METALMECCANICI: USB PROCLAMA LO SCIOPERO PER L'INTERA GIORNATA DEL 12 DICEMBRE

Contro la manovra lacrime e sangue

Contro il regime autoritario di Marchionne

Nazionale -

L’Unione Sindacale di Base Lavoro Privato proclama lo sciopero dei metalmeccanici per l’intera giornata di lunedì 12 dicembre.


Con la sua manovra recessiva il governo Monti agisce profondamente nel tessuto sociale ed economico, continuando a saccheggiare i redditi dei soliti noti mentre le rendite continuano ad essere tassate in maniera ridicola. Le pensioni sono l'elemento centrale della lotta ai cosiddetti privilegi, individuati come la causa della mancata crescita; in realtà si tratta del tentativo di mettere le mani sulle risorse del sistema previdenziale pubblico per recuperare profitti attraverso l'allungamento senza fine dell'età pensionabile e l'introduzione dei fondi privati come unica prospettiva per le nuove generazioni. La precarizzazione del mondo del lavoro si estende e diventa precarietà sociale diffusa; il reddito sociale minimo prospettato dalla Fornero, diventa la riedizione delle tessere di povertà.


Nel gruppo Fiat Marchionne prosegue nella sua opera di cancellazione dei diritti dei lavoratori e della democrazia sindacale, avviata con il sostegno dei sindacati complici e del precedente governo Berlusconi. Il governo Monti, invece di contrastare il disegno della Fiat, o di ridurre l’impatto della crisi per i settori meno abbienti, ai colpi della crisi economica e della drammatica riduzione del valore dei salari e delle pensioni aggiunge gli effetti dei brutali tagli operati sui trasporti, servizi sociali, scuola e sanità. Il risultato è la distruzione di quel che resta del sistema di welfare che è stato, ed in molti paesi ancora è, il tratto distintivo dell’Europa.


Contro la manovra lacrime e sangue del governo Monti, contro il regime autoritario imposto da Marchionne, contro il patto stipulato tra Governo e capitalisti Italiani, USB chiama tutti i metalmeccanici a scioperare il 12 dicembre, per affermare con forza

“Noi non ci stiamo”