Acciaierie d’Italia propone cigs per 3000 lavoratori, senza garanzie di reddito e di rotazione. USB contesta i numeri e rilancia
Oggi confronto nella capitale, al Mise, dopo gli incontri tenuti sul territorio nei vari siti produttivi. Ci attendevamo notizie sui possibili investimenti promessi da Acciaierie d'Italia, ma è stata invece avanzata nuovamente la richiesta di cassa straordinaria per 12 mesi.
Una cassa straordinaria che coinvolgerebbe 3.000 dipendenti senza alcuna garanzia di rotazione e di reddito.
L'azienda sostiene che non esistono esuberi e che il percorso sarà virtuoso, ma come USB temiamo che queste promesse ad oggi siano nuovamente difficili da mantenere e comunque deficitarie.
Abbiamo infatti contestato i numeri della richiesta, che consideriamo troppo alti, soprattutto se rapportati alla produzione preventivata per il 2022. Chiediamo un taglio drastico del numero delle unità lavorative da porre in cassa e di utilizzare strumenti di sostegno al reddito dei lavoratori, applicando nella cassa straordinaria il riconoscimento dei ratei, un’integrazione al reddito e la rotazione integrale per tutti i lavoratori interessati. Tra le nostre richieste anche i lavori di pubblica utilità per i lavoratori di Genova attraverso l'Accordo di Programma già esistente e vigente dal 2005.
Abbiamo inoltre ribadito che, per l'USB, la clausola di garanzia per il rientro dei 1700 lavoratori di Ilva in AS, è tuttora valida, e abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di vigilare sul rispetto degli impegni assunti proprio in sede ministeriale, in termini di mantenimento di reddito e livelli occupazionali. Auspichiamo un cambio di passo rispetto a quello che si è fatto nel 2018.
Coordinamento USB Acciaierie d’Italia