Acciaierie d'Italia, Tavolo Palazzo Chigi, USB: ora serve entrare nel merito delle condizioni di vendita
Il tavolo odierno a Palazzo Chigi per la nostra organizzazione ha sancito due elementi:
Il primo, è che ci sembra a senso unico la strada che porta al piano "di ripartenza" e quindi alla CIGS. Gli amministratori hanno rappresentato nel merito la difficilissima situazione impiantistica e le modalità con cui arrivare entro il primo trimestre 2026, e nel pieno rispetto degli svariati dettami legge, ad una produzione stabile basata su 3 altoforni, capace di saturare tutto il personale.
La proposta dei commissari è quella di abbassare ulteriormente i numeri della cassa, di garantire rotazione e formazione ma, per la nostra organizzazione, questo ancora non basta, mentre servono ulteriori garanzie per un'integrazione economica e numeri di utilizzo ribassati ulteriormente.
Abbiamo però ribadito anche che, a nostro avviso, la questione centrale, al di là della gestione della "ripartenza", diventa da subito quella che riguarda il bando di vendita e le condizioni dello stesso.
Secondo noi, infatti, non è stato sufficiente il racconto dei commissari e del Governo su quelle che sono le condizionalità o i requisiti per l'acquisto degli stabilimenti, da parte di uno dei 6 soggetti privati che si sono affacciati a questa vicenda.
I requisiti, infatti, oltre a non essere stati oggetto di una discussione preventiva con noi, ci sembrano ancora troppo generici e privi una reale indicazione sul futuro concreto dell'azienda.
Serviva dal Governo un vero chiarimento sull'idea di carbonizzazione, di cosa questo significa concretamente, anche per quanto riguarda la paventata realizzazione dei forni elettrici su cui oggi non si è detto nulla.
La nostra organizzazione ha quindi ribadito la necessità di un confronto nel merito sulle condizioni di ingresso di un eventuale nuovo soggetto. Per noi serve una prima fase di accompagnamento pubblico reale per evitare il ripresentarsi di una nuova Arcelor Mittal.
Per USB è prioritaria la garanzia totale dell'occupazione, della tenuta unitaria del gruppo, con il no allo spezzatino tra stabilimenti, dell'indotto e ovviamente abbiamo ribadito che i lavoratori di Ilva in AS devono essere dentro a questo percorso.
Francesco Rizzo e Sasha Colautti - Esecutivo Confederale Usb
USB Industria