Acciaierie Piombino, dopo 6 anni, quale futuro? Sabato 10 ottobre presidio USB

Piombino -

USB sabato 10 ottobre sarà in piazza Cappelletti a piombino, dalle ore 16:30 alle ore 19:00, per un presidio. Parleremo con i lavoratori della grave situazione delle acciaierie.

Alle ore 10:56 del 24 aprile del 2014 l'altoforno ha emesso l'ultima colata, prima di essere spento. Sono passati sei anni e tutto è rimasto immobile, l'indotto con i suoi lavoratori collegato alle acciaierie è sparito nel silenzio della politica. I lavoratori pur di far ripartire lo stabilimento si sono decurtati lo stipendio del 30% dopo la vendita della ex Lucchini a Rebrab. I lavoratori della ex Lucchini ora Jsw sono passati da oltre 2000 a poco meno di 1800, più di 1000 dei quali tuttora in cassa integrazione.

Le acciaierie piombinesi sono passati da una multinazionale all'altra insieme con le loro promesse, per il momento non si sono ancora realizzate e tutt'ora i lavoratori stanno aspettando un piano industriale scritto che non arriva mai, dopo infiniti rinvii. La parola FUTURO è indispensabile per i lavoratori ma qui a Piombino non è stato mai presentato un piano per arrivarci. Siamo in un limbo infinito, quando ci avviciniamo alla sua presentazione i tempi si allungano magicamente, ora la nuova data prevista è il 2023 ma già si vocifera del 2025.

L'Unione Sindacale di Base come già fatto in passato non può piegare la testa e far restare tutto questo in silenzio, decidiamo di farci sentire dalla multinazionale e dalle istituzioni perché i lavoratori non ne posso più di promesse, "vogliamo fatti e impegni certi sul loro futuro".


Il Ministro dello Sviluppo Economico deve venire qui a Piombino e dire se lo Stato crede sempre nelle acciaierie piombinesi, SÌ o No. Se la multinazionale non vuole investire il Governo deve intervenire seriamente anche con un ingresso di capitale o nazionalizzare per riportare qui la produzione di acciaio. Ci sarà piena occupazione o esuberi? I tanti annunci su nuovi impianti e date non certe non danno per noi garanzia della piena occupazione e del futuro. I lavoratori sono molto preoccupati di questa situazione anche perché non hanno mai più visto un tornello per entrare in fabbrica. Non sono ancora partite le bonifiche e gli smantellamenti delle ex aree a caldo al cui interno sono presenti agenti e polveri inquinanti, tutto questo è rischioso per la salute dei lavoratori e per la cittadinanza di Piombino.

 

 

NOI NON MOLLIAMO, E SAREMO SEMPRE AL FIANCO DEI LAVORATORI PER IL LORO FUTURO E PER LA LORO SICUREZZA.

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