Adler Ottaviano, ancora omicidi sul lavoro. La misura è colma, fermiamo le attività pericolose e criminogene!

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Eravamo stati facili profeti quando, nei giorni scorsi, indicavamo i rischi insiti nella cosiddetta Fase 2 della crisi pandemica a proposito dei rischi per la salute dei lavoratori. Conoscendo la “sensibilità” che Confindustria ha mostrato in questi mesi intuivamo che la “riapertura delle aziende” avrebbe comportato rischi concreti per la vita degli operai.

 

Non a caso l’Unione Sindacale di Base ha organizzato un Corteo Telematico per lo scorso Primo Maggio incentrato, prevalentemente, sui temi della sicurezza nei posti di lavoro e della strage silenziosa di lavoratori che insanguina i posti di lavoro, le officine, i cantieri e le campagne del nostro paese.

 

Anche martedì 5 maggio registriamo l’ennesima strage operaia, che solo la casualità ha impedito provocasse un numero più alto di morti e feriti. A Ottaviano - provincia di Napoli - all’Adler Plastic, dell’imprenditore modello Scudieri, che produce componentistica per il ciclo dell’auto si è verificata una fortissima esplosione che ha distrutto la fabbrica. Il bilancio è di un morto, alcuni feriti gravi, numerose abitazioni a ridosso del sito hanno registrato danni consistenti e l’abituale nube tossica ha investito l’intera area dei comuni vesuviani. Fortunatamente al lavoro era impegnato un numero ridotto di lavoratori a causa del periodo di interruzione dovuto al lockdown, altrimenti per la violenta e rovinosa esplosione i danni umani sarebbero stati ancora più gravi.

 

Si ripropone - dunque – tragicamente il carattere sempre più antisociale di un modello produttivo che al di là delle responsabilità soggettive di questo o quell’imprenditore mette continuamente a repentaglio la vita umana. Sempre più il combinato disposto tra sfruttamento e produzione di morte diventa la cifra distintiva di un determinato modo di intendere i ritmi di lavoro, gli indici di produttività e i tassi di valorizzazione. Sempre più la salute e la vita degli operai sono un fattore di rischio previsto e funzionale alla generale intrapresa produttiva!

 

L’Unione Sindacale di Base esprime il suo cordoglio alle vittime tutte di questa ennesima tragedia ma lancia l’ennesimo appello per costruire una forte ed articolata mobilitazione dentro e fuori i posti di lavoro per porre un deciso STOP a questo insopportabile elenco di morti e feriti che riempie, da tempo, le cronache del paese.

 

Per fermare questa strage continua, per ristabilire condizioni di lavoro sicure, pulite e rispettose della dignità e della vita delle lavoratrici e dei lavoratori occorre una ripresa del protagonismo operaio su questi temi i quali – al momento – sono sacrificati all’altare del profitto dei padroni.

 

L’Unione Sindacale di Base invita i delegati sindacali a fermare la produzione, i servizi, la circolazione delle merci ed ogni altra attività appena si intravede un pericolo per la vita delle persone o per la sicurezza sanitaria ed ambientale dei posti di lavoro e dei territori.

 

Basta essere Carne da Macello! Basta essere una variabile dei profitti dei padroni!

Non intendiamo tacere su nulla possa mettere a repentaglio la nostra salute e la nostra vita!

 

Unione Sindacale di Base