Bene la gestione del lavoro da remoto in GD, ma sull’introduzione dello smart working ci vuole cautela

Bologna -

USB ha raggiunto martedì 13 ottobre in GD un importante accordo sulla regolamentazione del “lavoro da remoto”.

 

Tale accordo si è contestualizzato nell'incertezza determinata dal Covid-19 e si è basato sulla necessità di determinare delle garanzie e delle certezze per le lavoratrici ed i lavoratori in un quadro di norme che rischiano oggi di lasciare le maestranze in una sorta di limbo.

 

USB ha portato su quel tavolo la necessità di riaffermare la garanzia di quanto previsto dall'attuale legislazione, senza che sia possibile derogare in peggio su argomenti importanti come orario di lavoro, diritto alla disconnessione e gestione di eventi infortunistici.

 

L’accordo sottoscritto però sta anche in un percorso di massima cautela sull'argomento "smart working" (che non va confuso con il lavoro da remoto introdotto nell’emergenza sanitaria) che a nostro avviso va affrontato lontano dal contesto dell'emergenza coronavirus.

 

Oggi è un bene che oggi si determinino un minimo di regole sperimentali sul lavoro da remoto senza entrare per forza nell'ambito della contrattazione dello smart working.

 

Il rischio è che si vada ad intervenire contrattualmente in un contesto distorto dall’emergenza sanitaria, che è un contesto in cui il lavoratore apprezza lo smart working perché si ritrova indirettamente costretto a fornire a se stesso una risposta sociale (ad esempio su accudimento figli famigliari, difficoltà di reperire servizi post accoglimento e scuola) risposta che a nostro avviso deve essere fornita appunto da un servizio pubblico di cui il Covid-19 ha evidenziato tutti i limiti.

 

 

USB Lavoro Privato

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