Flextronics: Faircap parte male e già dichiara gli esuberi, per il Ministero il nastro è da riavvolgere.
Non parte decisamente bene la discussione con Faircap, il fondo industriale-finanziario che oggi si è presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per indicare il percorso di acquisizione delle quote di Flex, con lo stabilimento di Trieste dove negli ultimi mesi si sono addensate nubi sempre più scure.
Bastano pochi minuti di incontro e qualche domanda da parte delle organizzazioni sindacali a far crollare il palco di una presentazione che non ha dato alcuna indicazione sul futuro industriale dell'azienda, sui prodotti, i clienti e ovviamente i livelli occupazionali che sarebbero garantiti da Faircap, il soggetto subentrante. E' balzata subito agli occhi infatti l'assenza di indicazioni su un vero e proprio progetto industriale che indichi con chiarezza le garanzie occupazionali di un eventuale piano industriale.
Faircap infatti, quasi balbettando, dichiara che gli esuberi strutturali sono "un fatto, una realtà". Dichiarazioni gravissime, pesanti come macigni e che fanno strabuzzare gli occhi a sindacato e istituzioni. Il rischio di una vendita in un quadro dove il soggetto venditore vende un azienda con all'interno un pacchetto di esuberi, non si è mai vista.
La nostra organizzazione sindacale ha chiesto un immediato chiarimento, sostenendo come in particolare le istituzioni devono essere capaci di rimettere sul binario giusto la discussione. USB rigetta completamente questo tipo di impostazione. Qualsiasi progetto o piano di vendita deve essere corredato di garanzie occupazionali, legate alla produzione a cosa si vuole fare e a come farlo.
Il Ministero, richiamando le aziende ad un principio di "serieta" della discussione, ha chiesto in particolare a Flex di riavvolgere il nastro. Per le istituzioni infatti è fondamentale avere un quadro preciso dei punti di forza e di debolezza attuali, garantendo comunque un sostegno, anche con gli strumenti disponibili, di un asset che più volte è stato indicato come strategico.
USB ha risposto positivamente a questo invito del Ministero, ritenendo che una discussione a bocce ferme sia necessaria, dove la verifica va fatta anche sulle aziende in appalto, oltre che su una possibile interlocuzione con Nokia.
Flex ha così deciso di frenare sulle sue decisioni, assecondando la richiesta delle istituzioni. Un tutto da rifare quello di oggi che però non deve far abbassare la guardia sugli obiettivi cruciali di questa vertenza: tutti i posti di lavoro vanno garantiti senza se e senza ma.
USB Nazionale