Gigafactory si, Gigafactory no: mentre ACC congela la trattativa, l’impianto di Termoli viene smantellato

Termoli -

Nonostante da più di un anno ci siano ben due tavoli di trattativa permanentemente aperti (uno per ACC e uno per Stellantis), sui quali sia Governo che Regione fanno da garanti, non si intravede ancora nessun impegno reale, né la certezza di un piano industriale che mantenga i posti di lavoro e le produzioni in Italia.

E mentre gli impegni di ACC vanno in fumo e si discute pretestuosamente di slittamenti al 2027/28 di una fabbrica che per ora non esiste e non ha preso nessun impegno di assunzione nemmeno sul primo modulo di soli 600 lavoratori, le officine termolesi stanno subendo una velocissima compromissione.

Ai lavoratori non resta che aggrapparsi alle rassicurazioni del sindacalismo confederale che fin qui hanno ottenuto poco nulla. I lavoratori si aggrappano alle “voci di corridoio” ma quello che è certo invece è che una situazione produttiva che già prima era già zoppicante, a causa prima della pandemia e dopo per la situazione geopolitica, oggi è al limite della tenuta. Vittima di un depauperamento continuo.

Poco più di un mese fa sono stati abbiamo chiuse le linee dei cambi C510/520 e M40. Portati altrove. Garantivano circa 700 posti di lavoro.

“Pare” che servisse urgentemente lo spazio per costruire la fabbrica di batterie.

“Pare” che il V6, Motore Maserati di alta gamma, verrà spostato a Cento. Per ora lavora solo un turno.

“Pare” che entro giugno, saranno tolte le produzioni del motore 8 Valvole: probabilmente delocalizzate in Turchia. Quindi l’officina motori 8/ 16 valvole, passerà ad un solo turno di lavoro dalla prossima settimana.  Durante l’anno prossimo, o forse prima, dovrebbero togliere anche quelle del 16 valvole.

Il GSE (ibrido) nato a Termoli grazie alla prima tranche del PNRR, che già era stato depredato in favore della Polonia, è oggi sistematicamente sottoposto alla cig senza esser mai esser andato a pieno regime.

“Pare” che saranno messe in discussione le attuali produzioni del 1500, a favore del 1300, mentre si vocifera la fermata dell’officina.

“Pare” che debbano anche interrompere le produzioni del T4 (motore Giulia) visto che “pare” vogliano portare un nuovo modello a Termoli, ma che per farlo c’è bisogno di modifiche agli impianti e quindi della chiusura momentanea degli stessi.

Ciò che “appare” invece e che il mese scorso sono andate via altre 200 persone attraverso il meccanismo dell’uscita volontaria ed incentivata, più altre 50 in questi giorni.  “Pare” che in totale questa riduzione silenziosa sia stata di 500/600 posti di lavoro.

“Appare” ovviamente che anche i servizi collegati ed anche le aziende dell’indotto stanno già patendo il forte ridimensionamento. Apprendiamo di esuberi e tagli al personale.

Un disastro annunciato, o meglio che noi denunciavamo e annunciavamo inascoltati e tacciati di “cassandrismo”. Ora ci sono responsabili e responsabilità di cui lavoratrici e lavoratori devono chiedere conto:

Delle ambizioni della Regione Molise e di chi la governa finalizzate al gettito di fisco e PNRR, di quelle del sindacato confederale che ha gestito fuoriuscite, buonuscite e spostamenti hanno reso tutti ciechi e accondiscendenti.

Di un Governo debole che continua a prenderle sonoramente da Stellantis.

USB ritiene sia arrivato il momento di stabilire iniziative forti, in difesa dei posti di lavoro e di Termoli e chiediamo fin da subito alle lavoratrici ed ai lavoratori, di sostenerle quando saranno annunciate e messe in pratica.

 

Roma, 17 giugno 2024

USB – Categoria operaia dell’Industria - Lavoro Privato Nazionale