Il futuro oltre la fabbrica: no al riarmo ed alla guerra. 14 marzo assemblea nazionale per il salario e l’occupazione, per non far pagare ai lavoratori il prezzo della transizione

Napoli -

L’industria di questo paese sta sprofondando da 24 mesi. Un declino pesante accompagnato dall’apertura di svariate crisi aziendali, dove il costo delle transizioni ecologico e digitali vengono fatte pagare alle lavoratrici ed ai lavoratori.

I Contratti nazionali sono fermi al palo, mentre si lavora sempre di più: il modello contrattuale attuale rende impossibile il recupero del potere d’acquisto, in una spirale inflattiva dove però aumentano i profitti delle imprese che al posto di investire si ristrutturano a danno della collettività.

I settori strategici sono allo sbando: l’automotive è dentro una crisi irreversibile, la siderurgia non vede ancora soluzioni sul tavolo, con la prospettiva dell’ennesimo regalo a qualche multinazionale estera alla faccia di difesa dal “made in Italy”, dei posti di lavoro e dell’ambiente.

La cassa integrazione per molti di questi settori aumenta spaventosamente, con i lavoratori lasciati per anni in un limbo obliterante in un quadro di assenza di protagonismo, di iniziativa e di risposte concrete alla loro condizione.

A questa situazione non sta corrispondendo un piano straordinario di intervento per difendere l’industria ed i posti di lavoro come stiamo richiedendo da tempo. Chi produce la ricchezza di questo paese vuole un ritorno in spesa sociale, tutele come il diritto alla previdenza ed alla sanità.

La scelta dell’Europa, condivisa anche dal nostro Governo è quella di riarmare il continente con 800 miliardi di euro che saranno investiti in armamenti e ancora più guerra. Una scelta scellerata senza senso a cui deve corrispondere una forte mobilitazione operaia a partire da subito.

L’assemblea nazionale dell’Industria USB del 14 Marzo discuterà di questi temi con centinaia di delegati e delegate di tutto il territorio nazionale, provenienti dalle fabbriche e dai posti di lavoro. Vogliamo guardare oltre la fabbrica, per rivendicare un nuovo modello industriale per questo paese, la difesa del lavoro, dei diritti e del salario.

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