La svendita dell' industria aerospaziale italiana ed il suo conseguente impoverimento

Nazionale -

Martedì 20 settemre la direzione della Thales Alenia Space  ha convocato le RSU dei diversi siti italiani,tra queste anche le RSU USB di Roma,  e le segreterie FIM,FIOM e UILM. In quella sede i manager Thales AleniaSpace hanno annunciato l'intenzione di procedere ad un piano di riorganizzazione aziendale all'interno del perimetro italiano.

Tale piano prevede nei prossimi 18 mesi: 

  • la chiusura del sito di Firenze dove lavorano  di 16 persone e sulla cui sorte l'azienda non ha voluto dare la sua ipotesi.

  • la chiusura del sito di Vimodrone (MI) con 290 addetti .

La chiusura di quest'ultimo sito comporta lo spostamento di ben 170 persone a Gorgonzola, che mantendo il marchio Thales Alenia Space saranno collocati all'interno di un sito Thales Italia (azienda del raggruppamento Thales che si occupa di TLC sicure) , mentre i rimanenti 120 lavoratori il piano aziendale di divide in due sotto-gruppi.

  • 70 lavoratori , se vorranno mantenere il posto di lavoro, dovranno accettare la proposta di trasferimento a l’Aquila (portando seco  armi, bagagli figli e moglie)

  • 50 lavoratori  dovranno attendere eventuali opportunità, non ancora definite, di  ricollocazione nei vari siti italiani.

Una dismissione che si traduce nella messa in mora  di 136 lavoratori e relative famiglie!



Solo 3 mesi fa, in occasione dell’incontro di  giugno con la DA per il  rinnovo del contratto integrativo,  lo stato dell’azienda risultava essere buono e stabile. Nulla lasciava presagire lo Tsunami che è stato riversato contro i lavoratori a settembre.



Una  ristrutturazione risulta essere inaccettabile considerando i carichi di lavoro presentati solo qualche mese .



Il monte ore da sviluppare e le consegne da onorare non permettono all’azienda di richiedere lo stato di crisi,  perché questa intralcierebbe i suoi piani di lavoro e quindi le Risorse Umane ed il management provano ad applicare un approccio informale. Ma la sostanza non cambia questo è un piano di dismissione con tanto di perdita di posti di lavoro.



Il piano sembra rispondere ad una precisa richiesta dell'azionista di maggioranza francese, Thales Alenia Space è infatti composta da un azionista di maggioranza francese Thales con il 67% ed un' azionista di minoranza italiano FINMECCANICA con il 33% .



Thales Alenia Space rappresenta la divisione che copre il mercato dei prodotti per lo spazio di questa holding fancese nata dalla fusione dei gruppi Dassult e Thompson e che ha il suo core business nei prodotti militari, nelle TLC , nel navale, nello spazio e nelle relative componentistiche .



Nel 2004 l'Alenia Spazio all'indomani di una forte ristrutturazione risolta con esodi incentivati, mobilità e con la chisura del centro integrazione satelliti di via Salaria a Roma, viene acquista dalla prima società a capitale francese l'Alcatel Lucent . E' solo l'inizio di una più generale campagna di acquisizione di assett industriali italiani da parte francese, aperta con le privatizzazioni .



Nel  tempo l'azionista di maggioranza ha inibito l'indipendenza nella pianificazione e nella strategia dei prodotti e nel controllo dei sistemi operativi e gestionali . Nel contempo risulta manifesta l’indifferenza di FINMECCANICA verso i destini del polo spaziale italiano. La stessa FINMECCANICA si propone principalmente come il tramite per accedere a commesse istituzionali italiane  e garantire mano d’opera a costi bassi per l’azionista francese.

Il piano spaziale italiano è stimato in oltre 700 milioni  di euro all'anno, uno zoccolo di commesse statali che in tempi di  crisi costituiscono un fonte sicura di entrate .

Da tempo i lavoratori denunciano di scontrarsi con  un’organizzazione aziendale ed un management che non è selezionato su competenze industriali e gestionali ma che piuttosto rappresenta l’italietta sin  troppo nota, da sempre gruppi di pressione condizionano le  aziende FINMECCANICA.

Questa classe dirigente, si presenta molto più come un di cui dell'azionista di maggioranza cercando semplicemente di accaparrarsi consistenti stipendi nell'ordine di 100mila o 500mila euro l'anno concentrando in 12 mesi  quello che un lavoratore ricava in anni e anni di lavoro.

A questi dirigenti  la cui nomina è decisa in FINMECCANICA vengono garantite laute  pensioni a carico dei lavoratori e pensionati, perché essendo fallita la cassa dei dirigenti è oggi l'INPS che liquida gli assegni verso questa casta di privelegiati .

Nel comunicato delle RSU USB questi aspetti sono denunciati con forza e si sottolinea  che i piani presentati dall’azienda hanno troppe incertezze e punti deboli relativamente alle scelte di prodotti e alle ripartizioni di missioni, mentre invece rischiano di mettere sulla strada 136 persone .

Le RSU USB  ricordano che : " in questa situazione di forte preoccupazione la risposta peggiore sarebbe quella di lasciarsi dividere in localismi di stabilimento facilmente sfruttabili dalla controparte francese ed italiana.

Dobbiamo invece fare quadrato e sostenere lo sviluppo di tutti i siti italiani confermando le rispettive missioni e incrementando gli investimenti.

 Le RSU USB confermano il loro appoggio al piano di lotta ed al percorso unitario e invitano i lavoratori all’assemblea unitaria che si terrà:

Lunedì 3 ottobre alle ore 10.30"