Magna Closures Livorno, dopo la vittoria del no al referendum la dirigenza ritira la procedura di licenziamento collettivo
Il 20 aprile la Magna Closures di Guasticce (Livorno), stabilimento del settore automotive che occupa circa 500 operai, aveva aperto una procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori. 6 lavoratori indiretti e 34 diretti nei reparti di assemblaggio.
La scelta della multinazionale era in totale contraddizione sia con l’accordo sulle politiche attive fatto in sede ministeriale, in cui non era stato dichiarato alcun esubero, sia con il rinnovo fatto in Regione nel quale è stata firmata la cassa integrazione per 12 mesi.
L’Unione Sindacale di Base insieme ai propri rappresentanti si erano subito attivati coinvolgendo il tavolo di crisi regionale e denunciando pubblicamente tale decisione da parte dell’azienda.
Nell’ambito della procedura prevista dalla L 222/91 la dirigenza aveva proposto un accordo che prevedeva comunque pesanti contraccolpi per i lavoratori. Tale accordo, su proposta dei sindacati era stato sottoposto a referendum.
Nonostante il parere favorevole del sindacato “maggiormente rappresentativo” e cioè la Fiom, i lavoratori e le lavoratrici hanno rigettato l’intesa votando no all’accordo. A seguito di ciò l’azienda ha deciso di ritirare la procedura di licenziamento collettivo sostituendola con una uscita volontaria incentivata per 34 lavoratori.
Su questa base le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto l’accordo e nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee con i lavoratori e le lavoratrici per illustrarne i punti e procedere con una nuova richiesta di incontro con la Regione.
USB Livorno