Metalmeccanici, dopo la truffa sul contratto anche quella sui dati dell’approvazione

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In maniera bugiarda e trionfalistica Fim, Fiom e Uilm hanno annunciato l’approvazione del CCNL metalmeccanico. Nel merito c’è veramente poco da esultare: 23 euro lordi di aumento annui nel quadriennio, azzeramento dell’indennità di vacanza contrattuale, conferma della riassorbibilità, dei superminimi, mantenimento dell’indice IPCA (che sterilizza l’inflazione) per un contratto che a conti fatti dura 54 mesi.

In cambio Federmeccanica ha portato a casa la revisione dell’inquadramento professionale, contrattualizzando la polivalenza, polifunzionalità e la flessibilità nell’organizzazione del lavoro.

Non soddisfatti, gli industriali hanno inserito nei criteri di valutazione e rendimento le soft skills, un brutto anglismo, per cui il passaggio di categoria o l’aumento passa con l’insindacabile giudizio dell’azienda ad esempio in base alla tua capacità di relazionare con il gruppo… accetti la polifunzionalità? No e allora nisba!

 Era chiaro che visto il contesto, i lavoratori non si sarebbero potuti esprimere democraticamente e pienamente su questo contratto che se possibile peggiora quello del 2016.

Infatti, il processo di discussione e validazione è stato caratterizzato da poche assemblee, dalle più disparate modalità di voto, amplificando le storture classiche dei metodi di Cgil, Cisl e Uil. 

Tuttavia anche sui numeri di una categoria che pesa oltre un milione di donne e uomini, i risultati reali ci dicono che questo rinnovo non è passato.

Il comunicato di Fim, Fiom e Uilm, infatti, riporta che: “Hanno votato 374.392 lavoratori e lavoratrici (pari al 63,61% dei 588.602 presenti nei giorni della consultazione), i voti favorevoli sono stati 351.366 (pari al 95,23%), 22.000 i contrari (pari al 4,77%), le schede bianche sono state 4.312 e quelle nulle 1.105”.

Si conferma quindi che ha votato a favore solo un terzo dei lavoratori metalmeccanici, tuttavia le segreterie di Fim, Fiom e Uilm dichiarano l’approvazione con percentuali palesemente forzate ed addirittura superiori a quelle del referendum del contratto nazionale precedente. Vorrebbero farci credere che in piena pandemia, con la cassa integrazione e la gente a casa in smartworking hanno ancora più lavoratori di anni fa. 

Insomma dopo la truffa sul contratto, anche la solita truffa sui dati!

 

USB Lavoro Privato – Settore Industria Metalmeccanici