Piaggio e Acciaieria di Piombino ieri a Roma: 150 tavoli di crisi aperti e nessuna risposta. La rabbia dei lavoratori di fronte al Mise

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La rabbia dei lavoratori Alitalia, impegnati da settimane in lotte durissime e pesanti è esattamente la stessa dei lavoratori GKN, è la stessa dei licenziati Whirpool, Timken, Giannetti Ruote, Fedex, Flextronics. Ma è anche la stessa dei lavoratori dei 150 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo Economico e che continuano a non trovare risposta da parte del governo.

Mentre Giorgetti e il suo governo continuano a fare kermesse e comizi, a parlare di Green Pass (un'ottima arma di distrazione di massa, inutile a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro) continua la carrellata desertificante del nostro sistema produttivo ed industriale, in cui per la prima volta fra l'altro è il governo stesso a fare il "Marchionne" imponendo ai lavoratori ITA un contratto specifico in stile Fiat in cui o accetti o farai parte degli 8000 lavoratori buttati in mezzo alla strada.

Su questo, hanno ragione i compagni del Collettivo GKN: bisogna insorgere. USB ritiene di non poter ridurre questa parola alla "singola vertenza". Se si insorge si insorge davvero, nell'idea di un quadro generale che deve coinvolgere il paese.

Come USB non accettiamo più l'ambiguità di vedere poche straordinarie vertenze a traino di un quadro su cui è evidente vi siano responsabilità ben più ampie. Una strategia di fondo che agisce per dividerci, anche attraverso gli strumenti determinati dalla "calda coperta pandemica" tanto cara oggi ai padroni.

Cgil Cisl e Uil certo, sostengono qui e lì le singole vertenze come GKN, e rientrano dalla finestra quando comprendono che l'operazione Alitalia-ITA sta determinando una tragedia occupazionale. Ma si guardano bene dall'affrontare questo quadro su un piano di mobilitazione generale, in contrapposizione alle politiche di questo Governo.

Si insorge solo senza ambiguità. O si insorge per davvero o non si insorge affatto.

 

USB Livorno