Primo caso di Covid-19 in Arcelor Mittal, USB: invertire la marcia, ribadiamo da settimane la necessità di ridurre la forza lavoro

Taranto -

La notizia del primo caso di contagio da Covid-19 confermato ufficialmente purtroppo era ampiamente prevedibile e, se non si interverrà energicamente, rischia di essere solo la prima di tante altre. Determinante a questo proposito la decisione del Prefetto di mantenere in attività nello stabilimento 3.500 lavoratori, 500 in più rispetto al numero faticosamente raggiunto grazie ad accordi tra noi sindacati e Arcelor Mittal. Da qui si evince che la vita degli impianti dello stabilimento è più importante della vita delle persone. Atteggiamento irresponsabile e superficiale della multinazionale, sostenuta nostro malgrado dalle scelte istituzionali.

Obbligare i dipendenti ad andare a lavorare in condizioni come quelle attuali è tutt’altro che un atto di responsabilità di cui i rappresentanti istituzionali si fanno carico. È piuttosto il contrario. Si tratta di una decisione pesante, i cui effetti ricadono sugli altri. Da settimane ripetiamo in maniera insistente che bisogna tenere i lavoratori a casa, diretti e indiretti non fa differenza, preservando gli stessi dal rischio di contagio da Coronavirus che ovviamente aumenta in luoghi di lavoro particolarmente affollati come quello della fabbrica.

Ci aspettiamo ora una presa di posizione decisa che metta l’azienda nelle condizioni di adottare tutte le misure utili a contenere il diffondersi del virus nell’acciaieria tarantina. In caso contrario agiremo in autonomia, anche a costo di uscire dalle regole. Il nostroobiettivo è la tutela della salute e della vita di lavoratori e relative famiglie.

 

 

Franco Rizzo

USB Taranto