Smantellantis: lo stillicidio dell’industria auto italiana, ancora esuberi in un quadro grave

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Stellantis sta smantellando pezzo per pezzo l’industria dell’auto di questo paese. Altri esuberi che si aggiungono alla conta e che fanno arrivare il totale delle uscite a 3597 lavoratori, sospinti dall’azienda - per così dire – ad accettare l’incentivo all’esodo volontario.

Uno stillicidio che sembra inarrestabile e che ribalta sempre di più la narrazione di un’azienda impegnata nella sfida della transizione. Le belle parole dell’amministratore delegato Tavares sono in totale antitesi con i fatti: le produzioni attuali ed i tanto decantati progetti di economia circolare sono del tutto insufficienti a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, con buona pace della “centralità italiana” dichiarata ad ogni occasione dalla stessa azienda.

Il quadro è grave e drammatico e ci sembra ad oggi insufficiente l’azione di Governo per correre ai ripari, anche sulla strada della ricerca di un nuovo produttore di auto per il nostro paese appare in alto mare. Si sa ben poco dell’interlocuzione “cinese” e di quella paventata con Tesla.

La realtà che tastiamo con mano è quella delle ripercussioni su tutti gli stabilimenti con impatti drammatici e a volte poco evidenziati, come quello che sta riguardando ad esempio l’indotto Stellantis, dove il ricorso agli ammortizzatori sociali, licenziamenti e esodi incentivati è una quotidianità che sta sostituendo quella del lavoro. Grave e pesante inoltre l’invito a spostare le produzioni in paesi con più basso costo del lavoro per abbattere i costi dei prodotti del 40%.

Ci chiediamo cosa stiano condividendo FIM FIOM UILM ai tavoli tecnici con Stellantis ed il Governo se i risultati siano questi. Risulta chiaro che il settore dell’automotive italiano può essere difeso esclusivamente con un percorso di mobilitazione straordinaria di tutte le lavoratrici ed i lavoratori.

 

USB Lavoro Privato

Categoria Operaia dell’Industria