Stellantis, soldi del Pnrr in cambio di nulla. La multinazionale va vincolata su produzione e occupazione

Roma -

Si è consumato lunedì 24 luglio, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’ennesimo tavolo vuoto sulla situazione italiana di Stellantis. Quella “politica industriale che in Italia non si vede da vent’anni”, promessa dal ministro Urso ancora non si vede, e gli ultimi segnali che arrivano dal settore dell’auto di sicuro non sono incoraggianti.

Mentre si sprecano i titoli di giornale roboanti in merito al tavolo tra Governo e Cgil Cisl e Uil, sul settore auto emerge con chiarezza che siamo ben lontani dal convincere Stellantis a produrre un milione di auto in Italia. I soldi del PNRR messi a disposizione rischiano di essere solo l’ennesimo regalo ad una multinazionale che sembra disinteressata a contribuire alle politiche industriali di questo Paese, anzi: stride parecchio l’accordo tra Stellantis e Samsung che hanno appena annunciato l’apertura di un nuovo stabilimento (il secondo) di batterie negli Stati Uniti. Di sicuro non un bel segnale per quel tavolo.

Risulta sempre più chiara la difficoltà di questo Governo recuperare una situazione dove nei fatti FCA non si è fusa con Peugeot; si è trattata di un acquisizione in piena regola, che ha messo FIAT nelle mani dei francesi compromettendo in modo profondo la capacità del nostro paese di agire le politiche industriali di un settore strategico come quello dell’automotive, che per USB andrebbe subito nazionalizzato.

Il protocollo di politica industriale su cui si è impegnato il governo, che spera di raggiungere un accordo con Stellantis e le organizzazioni sindacali prima della pausa di agosto, rischia di essere una toppa su una voragine, se non si porta a casa la garanzia degli investimenti nel nostro paese, una definizione chiara dei volumi produttivi e la conseguente occupazione necessaria a sviluppare una produzione che oggi è ferma al palo. Il nostro paese è in estremo ritardo sulle due transizioni (digitale ed ecologica) e senza un intervento deciso saranno messi a rischio migliaia di posti di lavoro, compromettendo in particolare il già colpito settore della componentistica.

Quello che è già chiaro invece, che già oggi Stellantis sta imponendo un suo modello per affrontare il quadro di trasformazione del settore, imponendo condizioni di lavoro sempre più estenuanti e tagliando posti di lavoro. Non è un caso che negli stabilimenti si continua a scioperare e proprio questo venerdì (28 Luglio) la nostra organizzazione sindacale ha proclamato uno sciopero presso lo stabilimento di Atessa, dove questo modello aberrante sta producendo tagli (con il benservito anticipato dei lavoratori in staff leasing) e un costante aumento dei carichi di lavoro determinato dalla costante fuoriuscita di lavoratori e lavoratrici.

 

USB Nazionale Industria – Lavoro Privato

Roma 25.07.2023