Stellantis spinge 15000 lavoratori ad andarsene e chiede ai fornitori di delocalizzare. Situazione fuori controllo, USB: governo dica cosa vuole fare per salvare l’automotive
Non c’è traccia ad oggi dell’accordo promesso dal Ministro Adolfo Urso e che avrebbe dovuto portare la produzione di Autovetture in Italia a un milione di autovetture. Anzi la nostra organizzazione continua a registrare segnali sempre più preoccupanti, che però non riescono ancora a determinare alcun sussulto, ne da parte del Governo, figuriamoci da parte delle sigle sindacali firmatarie del CCSL (il contratto collettivo sottoscritto ad hoc da alcune sigle sindacali per la sola Stellantis, in deroga a quello nazionale).
USB quest’oggi ha nuovamente scritto al Governo, inviando prima una richiesta di incontro urgente ai Ministri Urso e Calderone, poi richiedendo alla nona commissione del Senato, per l’industria ed il commercio, di essere ascoltati in un’audizione specifica su Stellantis.
Non sono passate inosservate le due ultime iniziative unilaterali della multinazionale “con la testa a Parigi” (altro che made in Italy): Nel primo caso Stellantis ha invitato alcune aziende fornitrici di delocalizzare la produzione in paesi low-cost, un fatto gravissimo che andrebbe stigmatizzato subito. Nel secondo invece, altrettanto grave, l’azienda ha scritto a 15000 lavoratori per invitarli ad accettare l’uscita volontaria ed incentivata, senza alcuna discussione preventiva con le organizzazioni sindacali e le istituzioni. Una situazione del tutto fuori controllo.
USB è pronta ad intraprendere un percorso di iniziative, anche di mobilitazione per spingere il Governo ad intervenire su un settore messo oggi in grande pericolo dal comportamento di Stellantis, una multinazionale che fa solo i suoi interessi e che sicuramente non opera nel bene del nostro paese.
USB Industria