Stm vuole ipotecare occupazione e missioni produttive in Italia il governo fermi le scelte unilaterali dell’azionista francese
Continua la mobilitazione dei lavoratori della STMicroelectronics contro il piano industriale presentato dalla direzione, un piano che senza troppi giri di parole penalizza i siti italiani a vantaggio dei siti di Francia, Singapore e Cina.
Oggi martedì 15 luglio si è tenuto uno sciopero di 8 ore con un presidio davanti alla prefettura di Monza. La delegazione ha esposto la situazione e ha consegnato un memorandum al Prefetto. L’USB ha tenuto ad accentuare la responsabilità e l’urgenza di intervento che grava sulle istituzioni e sul Governo. STM è un’azienda dove lo stato francese e quello italiano hanno identiche quote e determinano la maggioranza dell’azionariato. Peccato che, come in altri casi, questo non viene fatto valere da parte italiana.
Il piano industriale e la storia recente di questa azienda vedono l’azionista francese imporre un piano industriale penalizzante per il sito di Agrate, paventando prima 1400 poi forse scesi a 800 esuberi.
Chiediamo che si blocchi il piano industriale e che si fermino le azioni unilaterali dell'azienda.
Siamo di fronte all'ennesimo svuotamento del patrimonio industriale italiano. In questo caso si tratta del settore dei semiconduttori strategico in forte crescita, secondo le stime il mercato UE dei semiconduttori dovrebbe salire a 149 miliardi di euro nel 2033.
Le motivazioni di crisi addotte dall’azienda rimandano agli alti e bassi dei cicli produttivi e dei mercati propri della storia di ogni singola azienda. Il puntare tutto sui settori oggi in difficoltà è uno degli errori commessi da questa dirigenza. Altrettanto vero è che STM seguirà lo sviluppo tecnologico che in molti campi è legato all’evoluzione dei semiconduttori. Vorremmo capire in questo quadro come STM colloca il patrimonio di competenze dei lavoratori dei siti italiani.
Dallo stabilimento arrivano voci allarmate rispetto alla presenza di personale di Singapore e la contemporanea attività di “impacchettamento” di facilities pronte a essere spedite in Asia con tanto di attività al seguito. A questo si aggiunge la decisione di spostare in Francia i laboratori per i test di validazione, cosa che a nostro avviso mette in pericolo la produzione del sito di Agrate.
Se tutto questo fosse confermato, vorrebbe dire che la ristrutturazione e il piano industriale, con tanto di esuberi è un pezzo avanti e non c’è tempo da perdere.
Il piano industriale presentato da STM è stato giudicato prima ancora che dalle organizzazioni sindacali, dai lavoratori che lo hanno rigettato con la mobilitazione.
Lo abbiamo già detto nelle sedi di confronto, lo ripeteremo il 17 alla regione Lombardia e il 28 luglio al Ministero, il Governo è chiamato a tutelare occupazione e competenze, chi prende soldi pubblici non può licenziare.
USB Lavoro Privato - Categoria Operaia dell’Industria Nazionale