Tutti al capezzale di ArcelorMittal ma il tema è il diritto alla salute non quello di avvelenare

Taranto -

Le reazioni del mondo della politica e del sindacato Alla notizia della cancellazione dello scudo legale a tutela di ArcelorMittal testimoniano bene quanto il dibattito romano e parlamentare sia cinico e sprezzante nei confronti   della drammatica realtà che vivono i cittadini di Taranto. 

Costoro, i fautori dell 'impresa sopra ogni cosa, riemergono periodicamente solo ed esclusivamente a sostegno dell'investimento e degli interessi della multinazionale dell'acciaio. Potrebbero obbiettare che tutelare l'impresa significa salvaguardare i lavoratori, ma è davvero così?

No, per diverse ragioni. In primo luogo il costo economico e sociale di cui si è fatto carico lo Stato in questi anni, è di gran lunga superiore ai benefici, del tutto virtuali al momento, della vendita dell'ex gruppo ilva. 

In secondo luogo, anche se non quantificabile ed evidentemente poco importante per qualcuno, il costo umano della lenta e inesorabile agonia della siderurgia tarantina è e continuerà ad essere altissimo se da subito non si prende atto dell realtà. 

Infine Cgil Cisl Uil paiono più preoccupate della multinazionale che ben altri progetti e interessi ha per l'investimento tarantino: dimezzare gli addetti sfruttando risorse pubbliche e in prospettiva chiudere l'area a caldo.

Siamo davanti al disastro annunciato che in troppi si ostinano a non vedere. 

È questo il momento di decidere con nettezza da che parte stare. O si sta con la multinazionale coprendosi con la foglia di fico di un indecente ipocrisia o si sta con i lavoratori e i cittadini. 

La strada che poteva coniugare le due cose è saltata definitivamente. 

Come USB da tempo abbiamo deciso da quale parte stare. 

Imbarazzante è  l'atteggiamento di Fim Fiom Uilm che paiono animate da nuovo protagonismo ogni volta che si minacciano gli interessi dell'azienda.

Serve coraggio e non sottomissione 

 

Sergio Bellavita  USB nazionale 

Franco Risso USB Taranto