USB impugna la CIGS della fini compressori!

l’accordo tra FINI-FIOM-FIM

permette un licenziamento collettivo discriminatorio

Bologna -

“Riaprire la vicenda Fini compressori”, questa la richiesta avanzata già ieri all’Assessore regionale alle Attività Produttive, Muzzarelli, e ribadita oggi in conferenza stampa da Luigi Marinelli della USB.

La USB ha dato mandato all’Ufficio Legale di impugnare la messa in cassa integrazione a zero ore, senza integrazione e senza rotazione che ha coinvolto 108 lavoratori della Fini Compressori di Zola Predosa.

Per Luigi Marinelli “l’azienda ha ottenuto e ha attuato quello che era suo desiderio, grazie alla complicità di Fiom e Fim: eliminare dalla produzione chi voleva, senza regole, discriminando pesantemente le lavoratrici part-time, i disabili e le “teste calde”.

“Siamo arrivati al ridicolo misto al drammatico con la denuncia del responsabile FIOM di Casalecchio, Francesco Cecere, contro un lavoratore della Fini Compressori, colpevole di aver riportato su una pagina di Facebook i suoi dubbi sui criteri di selezione dei lavoratori da mettere in cassa integrazione” informa Marinelli.

“Emerge prepotentemente anche la prospettiva di una ulteriore riduzione degli impianti, il piano industriale vero non è quello dichiarato”, sottolinea sempre Marinelli " questo accordo di fatto scritto sotto dettatura dalla Fini e della Unindustria, non ha messo al riparo neppure i 119 lavoratori rimasti impiegati nello stabilimento”.

“Se il piano è quello della vendita, alla Nu Air o altre aziende, sia chiaro che ci opporremmo ad una vendita “al netto” dei lavoratori e dei diritti.” conclude Luigi Marinelli.

Ufficio Stampa USB

Bologna